Il consumatore postmoderno

“La forza propulsiva dell’attività del consumatore non è una gamma di bisogni specifici, bensì il desiderio: un fenomeno molto più etereo ed effimero, sfuggente e volubile ed essenzialmente non referenziale: un impulso autogenerato ed autoperpetuato che non richiede alcuna scusante o giustificazione né in termine di fine né di causa”. (Fabris, 2009)

Nella società occidentale e in quelle più sviluppate del globo, i bisogni, intesi come induttori antecedenti al consumo, hanno ormai sempre più ceduto terreno ai desideri, i quali, risultano essere sempre più simbioticamente legati  alla ricerca di esperienza.

Ebbene, anche per quanto riguarda i beni di mercato, il nuovo consumatore può definirsi un “sensation seekers” che vi si rapporta in termini polisensoriali. Il consumo stesso si carica oggi di nuovi significati simbolici e può svolgere funzioni che esulano dai valori d’uso. Quello che importa non è tanto la simbologia di status che il consumo può produrre, quanto l’accesso a mondi vitali, fattori di appartenenza e il suo qualificarsi come dimensione ludica, spesso etica (Fabris, 2009).

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